Il mercato dei mutui resiste all’aumento dei tassi
In una intervista Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, spiega come in questo inizio d’anno, nonostante la situazione generale di incertezza (dal conflitto russo-ucraino all’inflazione) le domande di mutuo sono ancora numerose. Indice di valutazione di questo contesto incerto sono i tassi variabili per i quali si prevede che nei prossimi mesi, a seguito anche della ‘Manovra Mutui’, la surroga sarà molto gettonata tra i consumatori interessati a bloccare la fluttuazione della rata mensile per la durata residua del finanziamento.
Mutui a tasso variabile, cosa succederà con la legge di Bilancio
Dopo il rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, la cosiddetta “Manovra Mutui” della nuova Legge di Bilancio, ha lo scopo di dare sollievo alle famiglie prevedendo la possibilità per l’intestatario di un mutuo immobiliare a tasso variabile di rinegoziarlo e passare a un tasso fisso se si verificano determinate condizioni. Nello specifico: tasso variabile per un importo iniziale finanziato inferiore ai 200.000 Euro e una durata residua – all’atto della richiesta – inferiore ai 25 anni, a cui si somma un ISEE inferiore ai 35.000 Euro e uno storico regolare dei pagamenti delle rate.
Quanti mutui a tasso variabile abbiamo in Italia?
Dall’analisi CRIF sul proprio patrimonio informativo emerge che i mutui ipotecari a tasso variabile che rispecchiano le caratteristiche indicate nella Manovra e sono potenzialmente eleggibili alla rinegoziazione sono circa 300.000. Nello specifico, il bacino potenziale che emerge dall’analisi mostra che il 60% dei mutui a tasso variabile ha un numero residuo di rate superiore a 120 e il 45% del totale ha un importo residuo superiore a 80 mila euro.