Il mercato degli affitti nel 2023 ha puntato i riflettori, tra le altre cose, sulle norme in merito agli affitti brevi. Il fenomeno ha avuto un costante crescendo soprattutto a seguito dell’esplosione del turismo nelle principali città italiane, non sempre adeguatamente preparate a gestire la compresenza di residenti e turisti. Il proliferare di questi ultimi è infatti spesso visto dalle amministrazioni locali come un problema da risolvere limitando il numero di appartamenti in locazione breve, anche per arginare il caro affitti.

I proprietari di appartamenti in affitto turistico, o in generale in locazione breve, devono essere adeguatamente informati sulle normative vigenti in materia, che differiscono da quelle riguardanti gli altri tipi di locazione, anche per quanto riguarda i contratti. Finora le norme sulla locazione breve prevedevano l’obbligo di un codice identificativo regionale (CIR) e una cedolare secca al 21 per cento.

LE NOVITA’ DEL 2024

La nuova Legge di Bilancio 2024 prevede l’obbligo di ottenere un codice nazionale (Cin) e prevende anche nuove tassazioni per la cedolare secca, che a partire dal secondo appartamento affittato aumenterà al 26 per cento. La misura non incontra naturalmente il favore dei gestori e proprietari che affittano immobili per brevi periodi, i quali sostengono che ciò penalizzerebbe il settore turistico, immobiliare e tutto l’indotto, senza per questo contrastare il caro affitti.

Le norme sugli affitti brevi sono state revisionate sulla scia della richiesta Ue di maggiore trasparenza sul tema e una armonizzazione della normativa tra tutti i Paesi europei. Il decreto approvato dal Ministero del Turismo prevede anche un limite al tempo di soggiorno e maggiori adempimenti da parte dei proprietari.

Altra disputa è quella tra gestori di appartamenti e albergatori, i quali, peraltro, si trovano su fronti, se non opposti, complementari rispetto all’offerta turistica poi le strutture in questione offrono esperienze ricettive assai differenti. Senz’altro tutti i modelli di gestione non sono privi di rischi, e una maggiore chiarezza normativa è auspicabile.

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